La sempre maggiore propensione del pubblico italiano ai contenuti Video On Demand, amplificata durante la quarantena, sembra prefigurare una crescita stabile per il futuro.
La ricerca ad hoc di Sensemakers, condotta sugli heavy user di video online in collaborazione con Beyond Research, integrata dai dati censuari di Comscore e Auditel, fornisce una panoramica sui comportamenti dei fruitori e sul profilo multidimensionale dei principali player VOD, individuando le possibili evoluzioni del mercato dello streaming in Italia.
Nonostante la TV lineare rimanga centrale per gli italiani, tutti gli indicatori evidenziano la fortissima crescita del consumo di video online negli ultimi mesi, sia SVOD che AVOD, con un’ulteriore accelerazione generata dall’emergenza sanitaria.
Secondo le stime dell’Agcom sui dati Comscore l’audience dei fruitori di video on demand a marzo 2020 è cresciuta del 60% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente mentre in base alle rilevazioni di Auditel il numero di visualizzazioni di video online sui siti dei broadcaster televisivi è più che raddoppiato sia a giugno che nella prima metà di luglio rispetto agli stessi periodi del 2019.
I differenti bisogni in termini di durata, formato e device di fruizione richiedono l’adattamento della strategia editoriale e il repackaging/frammentazione dei contenuti lineari attraverso la creazione di highlight, teaser e preview: montaggi di momenti salienti «ad alto ingaggio» e spezzoni non andati in onda sulla tv.
Un’attenzione particolare va poi posta sul grado di obsolescenza dei diversi formati. In base alle rilevazioni Auditel la stragrande maggioranza delle clip e dei contenuti originali digitali (generalmente di breve durata) è visualizzata entri i primi due giorni dalla pubblicazione mentre circa il 50% dei cosiddetti Full Content (ovvero episodi completi di Serie e Film) è visto dopo i 15 giorni pubblicazione confermando la capacità del digitale di estendere la vita (e il valore) delle produzioni più impegnative.
In ambito SVOD e AVOD, i veri lovemark nello streaming, in grado di attrarre e fidelizzare allo stesso tempo, sono Netflix, Amazon Prime Video e YouTube.
Anche Sky, con la sua piattaforma Sky Go, mostra una grande capacità di fidelizzare i propri sottoscrittori, maturi e dal profilo economicamente superiore alla media.
La presenza digitale dei broadcaster televisivi, a fronte del grande sforzo e delle crescite significative degli ultimi mesi, è comunque influenzata dal posizionamento sulla TV tradizionale con l’offerta e l’utilizzo ancora prevalentemente concentrati in modalità catch-up, ovvero di recupero di visioni di contenuti lineari «core» sulle piattaforme digitali come Mediaset Play, RaiPlay e DPlay.
“Il periodo che stiamo vivendo se da un lato ha confermato il ruolo dominante della televisione lineare nel racconto dell’attualità, di eventi collettivi da vedere ‘insieme e in diretta’, dall’altro ha incredibilmente accelerato la crescita della fruizione digitale dei video” commenta Fabrizio Angelini CEO di Sensemakers. “Non si tratta più soltanto di visualizzazioni individuali e brevi, trainate da specifici interessi e con device personali ma di visioni sempre più spesso familiari, guidate dalla qualità dei contenuti, dalla ricchezza dell’offerta e dalla semplicità di utilizzo delle piattaforme. La fruizione digitale dei video riesce quindi ormai a coprire bisogni di intrattenimento, informazione e formazione durante tutto l’arco della giornata di fasce sempre più ampie di popolazione. Il livello di competizione è sicuramente destinato ad aumentare ulteriormente con i diversi player che – oggi posizionati su specifici assi di differenziazione – integreranno la propria offerta sfruttando anche la crescita del numero di TV connesse ad Internet nei prossimi mesi”.